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Aceite de las Valdesas

Come sapere se un olio è andato a male?

 

Qui vi offriamo alcuni indizi per vedere se un olio di oliva è andato a male, oltre al consiglio che vi diamo di vedere la data di preferibile consumo sull'etichetta:

1) L'olio ha un colore strano e poco naturale. Gli oli extravergine di oliva hanno una gamma di colori che va dal verde intenso al dorato. Ogni colore diverso da questo può essere un indizio che l'olio è in cattivo stato.

Ad esempio, un olio imbottigliato in vetro o in PET traslucido, esposto per molto tempo al sole o ad una luce intensa può acquisire una tonalità rossastra simile al whisky o al cognac.

Un altro esempio, gli oli di oliva soggetti a molti cicli di frittura finiscono per prendere un colore scuro con presenza di schiuma.

 

2) Odore e sapore rancido. La maggior parte degli oli andati a male a disposizione dei consumatori corrispondono agli oli rancidi. Cioè, ad oli extravergine di oliva che hanno subito un processo di ossidazione, nei negozi o nelle cucine dei consumatori, e hanno finito per diventare rancidi.

Il processo di irrancidimento di un olio di oliva è inevitabile, succede prima o poi, ma può essere tenuto a bada con buone pratiche di conservazione.

 

Di cosa sa l'olio rancido?

L'odore di un olio rancido ricorda l'odore della vernice, del solvente, di una stanza appena pitturata, con un odore dolciastro. Un olio in bottiglia aperto da più di tre anni sarà sicuramente rancido.

 

È possibile eliminare l'aroma rancido di un olio?

L'olio, dal momento in cui diventa rancido, non è più recuperabile. È ossidato e questo processo è irreversibile. Un errore che si commette a volte è quello di compensare mischiandolo ad un altro olio extravergine di oliva in buono stato. Questa pratica non è consigliabile dato che l'olio rancido può danneggiare anche l'olio fresco con il quale è stato mischiato.

 

Qual è la data di consumo preferibile di un olio extravergine di oliva?

La data preferibile di consumo viene inserita nel momento dell'imbottigliamento. Chi si occupa di questa operazione, decide una data piuttosto che un'altra in funzione dello stato dell'olio e delle sue analisi, delle condizioni di conservazione nella catena commerciale fino all'acquisto del consumatore finale.

Ad esempio, se il confezionatore dispone di un extravergine moltostabile, di varietà picual, imbottigliato in vetro opaco, può essere certo che le proprietà e lecondizioni che lo rendono un extravergine si conserveranno per un periodo di tempo più lungo rispetto ad un extravergine meno stabile, come l'arbequina, confezionato in PET trasparente.

Dunque, è normale stabilire date di consumo che vanno dagli 1 ai 2 anni.

È importante sottolineare come la data preferibile di consumo non sia conteggiata dalla produzione dell'olio d'oliva ma dal suo confezionamento ed etichettatura.

Sul mercato esistono oli extravergine di oliva confezionati nella stessa data ma uno potrebbe essere stato prodotto due anni prima e un altro no (magari appena prodotto) ed avere entrambi la stessa data preferibile di consumo.